1608
Anno della fondazione. Si avvia la costruzione della struttura eremitica sul terreno donato nel 1523 dal nobile fanese Galezzo Gabrielli ai monaci dell’Eremo di Camaldoli seguaci di Paolo Giustiniani; primo nucleo della nascente Congregazione degli Eremiti Camaldolesi di Monte Corona sorta come riforma della tradizione benedettina-camaldolese. Inizia così la vita monastico-eremitica a Monte Giove, secondo il ritmo di preghiera, lavoro, studio, silenzio, solitudine.
1631
Viene consacrata la chiesa, intitolata al SS. Salvatore
1657, 23 maggio
Visita della regina Maria Cristina Alessandra di Svezia che si ferma tutto il giorno e pranza con i monaci.
1741
La chiesa primitiva, causa smottamento del terreno, viene abbattuta. Si inizia la costruzione della nuova chiesa, nella posizione attuale, su progetto dell’architetto Gian Francesco Buonamici.
1797-1863
L’eremo subisce le vicende storiche del tempo che portarono alla soppressione degli ordini religiosi e ai relativi espropri. Vengono dispersi l’Archivio, la Biblioteca, gli arredi e alcune opere d’arte.
La struttura passa in proprietà al Comune di Fano.
1871
Ritornano alcuni monaci accolti come custodi del complesso, rimanendovi fino al 1902 quando gli Eremiti Camaldolesi di Monte Corona decidono di non rinnovare il contratto d’affitto con il Comune e lasciano definitivamente l’eremo.
1925
La Congregazione dei Monaci Eremiti Camaldolesi di Toscana acquista l’eremo, iniziando i lavori di ripristino e prendendovi dimora. Riprende la vita monastica secondo il ritmo tradizionale e lo stile proprio dei monaci camaldolesi.
1945
Al passaggio del fronte della linea Gotica, i militari tedeschi impiantano quattro osservatori nell’eremo che contemporaneamente accoglie gli sfollati dalla città, custodendo temporaneamente anche i preziosi Codici Malatestiani e i libri più preziosi della Biblioteca Federiciana.
Oggi
Anche oggi la Comunità Monastica dell’eremo continua a mantenere viva l’esperienza secolare dei Padri, prezioso tesoro di fede, spiritualità, cultura, consegnato ai nostri giorni che richiedono attenzione e condivisione rispetto alla complessità del presente.
Da allora la vita monastica dell’eremo continua secondo l’esperienza secolare dei padri, prezioso tesoro di fede, spiritualità, cultura, consegnato ai nostri giorni che richiedono attenzione e condivisione rispetto alla complessità del presente.